La cartografia e la sfida del nuovo millennio

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E’ stato un incontro davvero partecipato. Sala gremita e soprattutto tantissime domande quelle cui Stefano Giuliani di Geo for Map ha risposto abilmente, in maniera diretta, affrontando la vastissima gamma di implicazioni che derivano dalla cartografia e dalle sue applicazioni.

“Coniugare la tradizione cartografica e le sfide del nuovo millennio: la sfida di uno spinoff novarese” è stato il titolo del secondo appuntamento nell’ambito del programma Novara Silicon Valley.

E si è parlato davvero di tutto, dalle origini, ai giorni nostri, a quelli che verranno con le nuove sfide.

Dalla pietra alla rete, per citare il titolo di una mostra dedicata, appunto, alla cartografia. Non tutti sanno infatti che le prime cartine geografiche, quelle per intenderci dei comuni atlanti geografici, venivano incise su enormi lastre di pietra. Riuscite a immaginare le ore di lavoro per incidere un fiume, una strada, tutti i singoli rilievi?

E riuscite a immaginare poi una macchina fotografica, grande quanto il salotto di casa, per fotografare queste lastre per mandare poi la pellicola agli stampatori. Pensate a quanto lavoro, quanta manodopera e quante professionalità dietro al semplice atlante geografico su cui tutti noi abbiamo studiato geografia.

Eppure tutto questo era la realtà fino a pochi decenni fa.

Le nuove tecnologie hanno stravolto non solo il modo di produrre, ma anche le possibili applicazioni della cartografia.

Un’evoluzione che certo non è stata indolore per tutto il reparto cartografico strutturato su uomini e mezzi…di un altro secolo. Sono note le vicende che, nel corso degli ultimi anni, hanno portato lo storico Istituto Geografico De Agostini a disfarsi poco a poco dell’intero dipartimento cartografico con gravi ripercussioni in termini economici, occupazionali e sociali.

Ma l’immenso patrimonio cartografico che l’Istituto Geografico De Agostini ha creato e sviluppato è ben lungi dall’aver perso valore. Geo4Map, da semplice spinoff del famoso dipartimento cartografico del DeA, oggi è realtà accreditata e di fatto la più grande azienda cartografica del nostro Paese: un’eccellenza.

Nel proseguire la tradizione cartografica del territorio novarese, l’ha portata nel nuovo millennio e l’ha plasmata sulle esigenze dei più moderni sistemi di comunicazione.

Basti pensare che la terza tra le cosiddette Faq sui motori di ricerca è proprio relativa al dove si trova un luogo, come si fa per arrivarci.

Ed è qui che l’immenso patrimonio di dati opportunamente codificato, traslato attraverso sistemi di georeferenziazione fa la differenza.

Oggi è possibile intercettare un cliente che transita davanti a un negozio e invitarlo ad entrare tramite un messaggio sul suo smartphone, offrirgli uno sconto… e la cartografia diventa strumento di marketing.

Mappe interattive, mappe tematiche… tutto a portata di click e tutto da quella prima lastra di pietra.

Geo4Map raccoglie quindi la sfida di una tradizione, che molti pensavano stesse morendo, per trascinarla nel nuovo millennio, compiendo quel piccolo grande miracolo che solo la passione unita alla professionalità può compiere.

Con ventitrè dipendenti è una PMI, ed è un’eccellenza del nostro Paese, testimonianza di come il sistema delle macroindustrie della fine del secolo scorso sia oggi superato da  strutture più agili, specializzate e innovative.

“Le grosse società come Google, Microsoft, Apple… continueranno una lotta globale alla conquista del pubblico standard – commenta Stefano Giuliani, Amministratore Delegato di Geo4Map – noi ci concentreremo su target mirati. Qualche esempio: gli appassionati di escursioni. Abbiamo appena firmato un accordo con il Club Alpino Italiano per la realizzazione di mappe per smartphone. Speriamo di poter collaborare con l’Università di Genova e con l’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia perché promuova questo insegnamento. Insomma le mappe delle battaglie dai libri di storia non spariranno, verranno arricchite con una versione digitale: i ragazzi potranno soffermarsi, ad esempio, sull’avanzamento degli eserciti per approfondire lo studio e chissà che studiare storia non diventi più interessante e divertente”.

La sfida per il futuro è la cartografia in 3D, specie quella degli ambienti chiusi per facilitare l’orientamento per esempio nei musei, all’interno di uffici pubblici… oppure l’aggiornamento delle mappe ad opera degli stessi utenti. “Open Street Map è questo – spiega ancora Giuliani – una sfida anche per colossi come Google: in alcune zone è anche più dettagliata delle loro mappe”.

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