Progetto LUXOR Valle dei Re – da Novara alla ricerca di Nefertiti
- 8 Febbraio 2017
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Lunedì 6 febbraio, presso la Sala 2 del Polo Scientifico di Novara, Politecnico di Torino e Fondazione Novara Sviluppo hanno firmato il protocollo di collaborazione al progetto Luxor Valle dei Re, per la mappatura geofisica completa della Valle dei Re in Egitto. “Se è vero, come è vero che la Fondazione Novara Sviluppo ha nella sua mission il perseguimento di una cultura basata su scienza, tecnologia ed innovazione, allora questo progetto non poteva non vederci in prima fila”. Giovanni Rizzo, presidente della Fondazione Novara Sviluppo, ha introdotto così i lavori della conferenza stampa per la presentazione del progetto. Il Prof. Paolo Fino, direttore del Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia del Politecnico di Torino, ha aggiunto: “Stiamo parlando di un progetto di ampio respiro, complesso sotto il profilo tecnologico, ma anche politico”. VdR Luxor infatti nasce con l’approvazione del Ministero dell’Antichità egiziano e da poche settimane ha avuto il via libera anche da parte della loro sicurezza.
Due i filoni della ricerca portata avanti dal team del Prof. Porcelli, responsabile del progetto: “VdR Luxor consta di due parti: la prima è un mapping geofisico completo della Valle dei Re; la seconda è un radio scanner della tomba di Tutankhamon dove da tempo si sospetta l’esistenza di altre camere segrete e forse anche dell’ultima dimora della Regina Nefertiti“, ha spiegato il prof. Porcelli. Su questa ricerca “da due anni a questa parte – ha raccontato Porcelli – i più accreditati ricercatori paiono convinti di questa teoria. Un dubbio che potrebbe essere risolto da qui a poco grazie alla strumentazione con cui affronteremo l’indagine: un potente georadar in grado di emettere frequenze differenti e quindi in grado di svelare vuoti e pieni del terreno e delle pareti della tomba”. “Più ampio e complesso, il primo progetto si occuperà invece di studiare l’esistente: un’area davvero molto estesa che sarà possibile mappare anche fino a 10 metri sotto terra. Anche in questo caso non si esclude di poter trovare qualcosa di nuovo. Ci piace pensare che questi progetti possano fungere da apripista rispetto ad altri spin-off. Basti pensare alle implicazioni di questo georadar, non solo “turistiche”, che, per parlare di eventi tragicamente recenti, potrebbe essere utilizzato per indagini geologiche o per individuare vittime di crolli o slavine”.

Il Politecnico eseguirà quindi la ricerca in loco, supportato anche dalla Prof.ssa Giuseppina Capriotti del CNR, attualmente in servizio presso l’Istituto Italiano di Cultura, Ambasciata d’Italia in Egitto, ma anche dal Dr. Gianluca Catanzariti della Geostudi Astier s.r.l. di Livorno. La Fondazione Novara Sviluppo si occuperà della divulgazione dell’evento, dei suoi sviluppi e della campagna di sensibilizzazione rispetto all’operazione, di durata triennale. A breve verrà attivato un apposito spazio sul sito della Fondazione per informare degli sviluppi delle indagini e dello stato di avanzamento dei lavori.
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